Le droghe dette anche spezie

La parola droghe è comunemente usata per indicare quelle sostanze che si usano come condimento dei cibi per renderli appetibili, quali la cannella, i chiodi di garofano, il pepe, la noce moscata, lo zafferano, ecc.

Ma con questo termine vengono indicate anche alcune sostanze aventi azioni stimolanti sul sistema nervoso. Ad esempio, la noce moscata, il pepe, la cannella, già prima ricordati, sono usati non solo come condimenti nell’arte culinaria, ma anche in medicina.

Un tempo le droghe erano usate per curare le malattie molto più di quanto non lo siano attualmente e questo regresso è dovuto, almeno in parte, ai grandi progressi compiuti dall’industria farmaceutica nel campo dei medicamenti organici ottenuti per sintesi.

Le droghe sono dette anche Spezie e per questa ragione la farmacia è anche denominata spezieria.

Tutte le piante che forniscono le droghe e sono impiegate in medicina vengono chiamate con il termine officinale, aggettivo derivato dal latino officina, che significa “bottega” e quindi laboratorio del farmacista.

Molte piante officinali erbacee crescono spontaneamente e sono spesso abbondanti anche in Italia con produzione sufficiente al consumo; la cammomilla per esempio, puo diventare così abbondante ed infestare un seminato tanto da costringere l’agricoltore a diserbarla.

Altre invece come la “Digitale“, vanno man mano scomparendo.

Fin dai tempi remoti, i raccoglitori delle piante o erbe medicinali, credevano che queste avessero poteri benefici o malefici.

Di consuetudine lavoravano all’alba o di notte, si ispiravano alle fasi della luna e all’influenza delle divinità sotto la cui protezione erano posti i giorni della settimana.

Al contrario dei nostri antenati superstiziosi, seguiamo nella raccolta e nella conservazione delle erbe officinali, criteri assai meno empirici e certamente più sicuri.

La raccolta delle piante o erbe medicinali, richiede molta attenzione, poiché se non se ne conoscono perfettamente gli effetti farmacologici,  esse possono risultare dannose e a volte anche mortali.

La raccolta deve essere fatta quando le parti vegetali hanno raggiunto il maggior contenuto in principi attivi.

Si chiama “Tempo balsamico” il periodo nel quale la pianta o la parte di pianta interessante contiene la maggior quantità di principi attivi ed è questo il momento propizio per una fruttuosa raccolta.

E’ importante ricordare che le piante non si devono mai mescolare poichè basterebbe la sola presenza o il contatto di una pianta dannosa, per avere sulle altre delle gravi conseguenze.

Il periodo più favorevole per la raccolta è quando il tempo è caldo secco e le piante non sono cosparse di rugiada; le piante appassite vanno scartate.

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